
Nella pratica spirituale, si parla spesso di coltivare l’energia pura e armoniosa all’interno del proprio corpo, un concetto noto come “custodire il centro”. Questo principio, che collega il pensiero taoista e confuciano, invita a mantenere uno stato di equilibrio e serenità interiore per affrontare la complessità del mondo.
Descrizione Confuciana del “Centro”
Il Confucianesimo descrive così il “centro”:
“Il cuore umano è fragile, mentre il cuore della Via è sottile. Solo concentrandosi e mantenendo l’unità, è possibile raggiungere il centro”.
Il termine “惟” (wéi) è interpretato come “pensiero e consapevolezza”. Nell’antichità si riferiva al processo mentale; oggi lo definiamo pensiero o riflessione. Questo concetto implica il concentrare il proprio pensiero per coltivare lo spirito e custodire la natura innata dell’essere (il “cuore della Via”).
Laozi lo chiama “abbracciare l’Uno”: “Uno” rappresenta la razionalità e l’ordine cosmico, mentre “yuan” (元) si riferisce allo spirito originario, ovvero l’essenza e l’energia spirituale. Il cuore del “centro” è lo stato in cui le emozioni (gioia, rabbia, tristezza, piacere) non sono ancora emerse, caratterizzato da una serenità tranquilla e un vuoto interiore.
La Difficoltà del “Centro”
Raggiungere questo stato è tutt’altro che semplice. Le sfide della vita, le complessità delle relazioni umane e le passioni interiori spesso disturbano la mente e il corpo. Per coltivare il centro è necessario allenarsi costantemente.
Un Metodo degli Antichi Saggi: “Essere Oggettivi”
Gli antichi saggi suggerivano un metodo per raggiungere questa condizione: osservare il mondo con distacco, mantenendo un approccio oggettivo.
1. Non rimuginare sul passato
Il passato è già accaduto; pensarci ulteriormente non ha senso.
2. Non preoccuparsi del futuro
Il futuro è incerto, influenzato da fattori al di là della comprensione umana. Rimuginare su ciò che verrà genera solo ansia.
L’importante è vivere nel presente, accettando gli eventi come si manifestano.
Osservare la Vita come uno Spettatore
La vita umana, se vista con distacco, è paragonabile a uno spettacolo teatrale. Adottare il ruolo di “ospite” nella propria esistenza significa:
– Trattare gli altri con gentilezza e rispetto, agendo sempre in modo ragionevole.
– Mantenere il cuore radicato nella Via (道心), evitando di lasciarsi trasportare dalle emozioni.
Così, anche immersi nelle difficoltà del mondo, si può preservare uno stato di quiete e purezza interiore.
Coltivare l’armonia interiore e “custodire il centro” non significa fuggire dal mondo, ma affrontarlo con serenità e distacco. Osservando gli eventi con oggettività e vivendo il momento presente, si può ridurre la sofferenza mentale e avvicinarsi alla pace interiore. Questo è il cuore della saggezza antica: vivere in accordo con il Dao e trovare equilibrio nella propria vita quotidiana.